Non era facile negli anni Trenta del secolo scorso vedere una donna alla guida di una moto, simbolo di audacia ed emancipazione. Eva Marzone invece la moto la usava tutto l'anno, andava ai raduni e partecipava agli Audax di Regolarità. Era una donna molto bella, nata nel 1906 a Piverone nel Canavese e vissuta per molti anni in Paraguay, dove era andata ad allevare i figli più piccoli del console italiano, nativo del suo paese.
Eva aveva imparato a guidare la moto grazie a suo nipote Roberto, il figlio di Neftali Ollearo, fondatore dell’omonima Casa motociclistica torinese attiva dal 1922 al 1952 e marito di sua sorella Ester. In pochi sapevano di questa sua abilità, ma poi durante un raduno al quale erano presenti le principali Case motociclistiche piemontesi, venne invitata dal contabile della Ollearo - il ragionier Durando artefice dell'evento - a fare un giro in moto su una pista ovale di terra battuta. Eva non si fece pregare e,una volta in sella, fece due giri della pista tra l'entusiasmo dei presenti.
Neftali Ollearo, osservando la sua esibizione, si convinse subito che una donna motociclista poteva rappresentare un buon richiamo pubblicitario per l’azienda, spingendo le vendite delle sue moto ed esaltandone le caratteristiche di affidabilità e sicurezza.