Vittorio Crippa - 16 March 2023

Moto Guzzi 850 Le Mans: il sogno di Mandello

Al Salone di Milano del 1975 debutta la sportiva della Casa di Mandello che entra subito nel cuore degli appassionati. Deriva dalle moto ufficiali scese in pista al Bol d'Or che si corre a Le Mans

Questo modello incarna tutta la storia della Moto Guzzi. La Le Mans è infatti il “trait d’union” tra storia sportiva e normale produzione commerciale, una moto con cui si poteva andare al lavoro o in vacanza, ma che con pochi opportuni interventi diventava un’arma efficace con cui partecipare alle gare di durata, che tanto seguito ebbero negli scorsi decenni.

Che la Le Mans derivi dalle corse lo dice chiaramente anche il suo nome. A Le Mans, in Francia, esiste una delle storiche piste più lunghe ed impegnative, teatro in campo motociclistico del mitico Bol d’Or, una gara di 24 ore dove piloti e macchine subivano uno stress eccezionale solo per arrivare in fondo. Si potrebbe obiettare che la Moto Guzzi non ha mai riportato una vittoria assoluta, è vero, ma in numerose occasioni le sue moto sfiorarono il successo, frenate solo dalla sfortuna e in parte da un’organizzazione interna fatta di smisurata passione ma con mezzi economici nemmeno paragonabili alle “armate” di Honda o Kawasaki, per fare i nomi delle più agguerrite concorrenti.

Evoluzione della V7 Sport

Frenata integrale

Supera i 200 km/h

CARATTERISTICHE TECNICHE 850 Le Mans (1976)

Motore: bicilindrico quattro tempi a V di 90° fronte marcia raffreddato ad aria, alesaggio per corsa 83x78 mm, cilindrata 844 cc, testa e cilindri in lega leggera con canna riportata in ghisa, compressione 10,4:1, potenza max 80 CV SAE a 7.400 giri, distribuzione ad aste e bilancieri con asse a camme nel V dei cilindri con comando a catena duplex. Accensione: a batteria con doppio ruttore ad anticipo automatico a masse centrifughe, candele Bosch 230 T 30 o Champion N9 Y. Avviamento: con motorino elettrico Bosch 12V/0,7CV. Lubrificazione: forzata con pompa ad ingranaggi, quantità nella coppa 3 litri di olio, valvola di regolazione della pressione (pressione normale kg/cmq 3,8/4,2), filtro a cartuccia ed a rete metallica nella coppa. Alimentazione: capacità serbatoio 22,5 litri di cui 3 litri di riserva. Due carburatori Dell’Orto PHF 36 BD e BS, diffusore da 36 mm, valvola del gas 60, polverizzatore 265 AB, getto massimo 235, minimo 60, avviamento 70, pompa 38, spillo conico K5 alla seconda tacca, galleggiante 10 gr, vite aria aperta di 1 giro. Frizione: doppio disco a secco. Trasmissioni: primaria ad ingranaggi, rapporto 1,235 (17/21), secondaria ad albero con giunto cardanico e coppia conica, rapporto 4,714 (7/33), rapporti totali motore-ruota: I-11,643; II-8,080; III-6,095; IV-5,059; V-4,366. Cambio: a cinque marce con ingranaggi sempre in presa ad innesti frontali, parastrappi incorporato, comando con leva a pedale sulla sinistra. Rapporti: I-2,00 (14/28), II-1,388 (18/25), III-1,047 (21/22), IV-0,869 (23/20), V-0,750 (28/21). Telaio: in acciaio a doppia culla scomponibile, cannotto di sterzo inclinato di 28° e montato su cuscinetti a rulli conici. Sospensioni: anteriore forcella teleidraulica Moto Guzzi, corsa 125 mm, ammortizzatori posteriori Lispa con molla regolabile, corsa utile 85 mm. Ruote: cerchi in lega leggera con pneumatici ant 3.50H18, post 4.10V18. Freni: frenatura integrale con tre dischi, ant diametro 300 mm, post diametro 242 mm. Impianto elettrico: alternatore 14V-20Ah calettato sull’albero motore, batteria 12V-27Ah. Dimensioni (in mm) e peso: interasse 1.470, lunghezza 2.190, larghezza massima 720, altezza 1.030. Peso a vuoto 210 kg.

La guida all'acquisto completa su motociclismo d'epoca giugno 2009

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