È scomparso Leandro Becheroni

È scomparso all'età di 73 anni il pilota toscano divenuto nel corso degli anni un punto di riferimento per gli appassionati, oltre che per tanti suoi ex colleghi

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Leandro Becheroni alla 200 Miglia di Imola del 1982

All’inizio degli anni Ottanta, in un’epoca in cui il motociclismo italiano dominava il Mondiale della classe 500 con Marco Lucchinelli e Franco Uncini, la pattuglia tricolore nella mezzo litro era particolarmente nutrita. Oltre a Virginio Ferrari e Graziano Rossi, che in carriera hanno corso da ufficiali per Suzuki e Yamaha, c’era anche un gruppo di privati in sella alle Suzuki RG e RGB che comprendeva Guido Paci, Gianni Pellettier, Gianni Rolando, Walter Migliorati, Corrado Tuzii, Marco Papa, Fabio Biliotti e Leandro Becheroni.

Piloti velocissimi e tenaci, che per svariati motivi non sono riusciti a sfondare facendo diventare un mestiere la loro passione. Disposti anzi a fare sacrifici di ogni genere pur di riuscire a correre.

In questa generazione di fenomeni Becheroni era il più silenzioso e, apparentemente, il meno estroverso. Anche se da buon toscano aveva la battuta sempre pronta e le sue osservazioni non erano mai scontate. Nella vita gestiva un ristorante alle porte del Mugello e al motociclismo era arrivato tardissimo, a 27 anni quando si era messo in mostra nel Campionato italiano Juniores.

Amante delle grosse cilindrate e a suo agio alla guida delle mezzo litro da GP a dispetto di un fisico asciutto ma minuto, Leandro, che era nato a Calenzano il 13 luglio del 1950, aveva bruciato le tappe.

Nel 1977 in sella a una Bimota SB1 aveva subito vinto il titolo italiano Juniores della classe 500, passando poi fra i Senior e facendo il suo esordio nel Mondiale già l’anno seguente. Con una Suzuki RG500 al suo primo GP iridato, quello del Venezuela disputato sul circuito di San Carlos alle porte di Caracas, era andato subito a punti terminando al settimo posto, seppur doppiato di sei giri dal vincitore Barry Sheene.

Senza sponsor e con pochi mezzi, nel 1979 disputa solo due GP iridati della mezzo litro (Italia e Francia) vincendo invece il Campionato italiano della 750 in sella ad una Yamaha TZ.

Dopo aver corso con il contagocce anche nel 1980 per motivi di budget, Becheroni entra a far parte del neonato Team Italia l’anno seguente, vincendo il Campionato Europeo della 500. Ma neanche il successo nella rassegna continentale, all’epoca fucina di talenti poi approdati al Mondiale, gli vale però un ingaggio per la rassegna iridata. Disputare un’intera stagione resta così per lui, pilota dalla guida pulitissima e dotato di una solida formazione tecnica, un sogno mai realizzo. Nel 1983 Becheroni vince il suo secondo titolo italiano fra i Seniores, questa volta nella 500, mentre nel Campionato del mondo arriva ancora una volta settimo in un GP, quello di San Marino del 1984 disputato sulla pista amica del Mugello, quando con la sua Suzuki RGB privatissima viene battuto per un soffio nella volata per il sesto posto dall’inglese Rob McElnea con la moto ufficiale del team Heron ma riesce a chiudere davanti a Franco Uncini, con l’altra Suzuki ufficiale del team Gallina. Piccole soddisfazioni per un pilota che, per sua stessa ammissione, in carriera ha sempre cercato di avvicinarsi al limite senza mai superarlo. Perché in caso di caduta c’erano i danni da pagare…

Nella classe regina Becheroni ha corso saltuariamente fino al 1988, disputando in tutto 43 GP iridati. L’ultimo, quello delle Nazioni del 1988 a Imola, lo vede mancare la qualifica in sella ad una Honda RS500R.

Appeso definitivamente il casco al chiodo nel 1989, Leandro si è poi dedicato a tempo pieno al suo ristorante “Gli alberi”, a metà strada fra il circuito del Mugello e Firenze, rimanendo però a stretto contatto con l’ambiente delle corse e aiutando a muovere i primi passi nel mondo dei GP ad Alessandro Gramigni. Che al Mondiale è approdato grazie all’intuito e all’aiuto proprio di Becheroni.

A portarlo via meno di due giorni fa è stato un infarto, che lo ha colto proprio nel suo ristorante. Diventato nel corso degli anni un vero punto di riferimento per i semplici appassionati ma anche per tanti suoi ex colleghi. Che in occasione del GP d’Italia della MotoGP non mancavano occasione di passarlo a trovare per ricordare, fra un battuta e l’altra, i bei tempi di quando i piloti privati italiani affollavano la classe regina.

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