18 May 2023

Alpenscoter: l'inarrestabile

Questo veicolo cingolato, ideato dalla ditta Pozza di Recoaro (VI), era stato concepito per risolvere il problema della mobilità sui fondi più impervi. Considerando l'allerta meteo di questa giorni, potrebbe rappresentare una soluzione da non sottovalutare...

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Nevicate fuori programma? Strade impraticabili a causa di frane che hanno bloccato la viabilità? La soluzione era stata trovata già oltre quarant'anni dalla la ditta Pozza di Recoaro (VI) con l’Alpenscooter, un “veicolo cingolato concepito per risolvere il problema della mobilità degli uomini e dei materiali su terreni scoscesi, innevati e a scarsa consistenza, ove altri mezzi non possono procedere.”

Ideato da Piergiulio Pozza, il Motoveicolo leggero fuoristrada Alpenscooter era equipaggiato con il monocilindrico JLO 2 tempi di 250 cc a variatore continuo, con l’avviamento a strappo (come le motoseghe e i motori fuoribordo) e il raffreddamento ad aria forzata. Il mezzo abbinava ad una tradizionale ruota anteriore da 18” un cingolo posteriore, corto per la marcia su terreno asciutto e lungo per l’uso in neve fresca o battuta. In quest’ultima condizione meteo, l’Alpenscooter poteva essere equipaggiato anche di uno sci al posto della ruota e trainare una speciale slitta per trasportare due persone, una barella con un ferito o 150 kg di materiale. Date le sue caratteristiche poteva servire nel tempo libero, ma anche come mezzo di soccorso in zone impervie di montagna o per usi militari. Infatti alcuni esemplari all’epoca furono acquistati dall’Esercito Italiano e affidati alle brigate Alpine. Purtroppo, all’atto pratico l’Alpenscooter si rivelò poco efficace: difficile da manovrare, in crisi nel superare i pendii più ripidi o di muoversi nella neve fresca e a corto di CV per trainare i carichi promessi. Pochi gli esemplari consegnati ed effettivamente usati dagli Alpini e pochissimi quelli venduti ai “civili”; unico momento di gloria la sua partecipazione nel 1975 a una spedizione italiana (privata) in Antartide, organizzata per far aderire il nostro Paese al Trattato Antartico, che stabilisce ancora oggi le regole per utilizzare le risorse naturali del Polo Sud salvaguardando l’ecosistema. L’idea della moto “cingolata” per muoversi sulla neve venne poi ripresa anche dalla Fantic Motor, con un kit da applicare ad un modello da Trial, ma anche in questo caso l’operazione non ebbe particolare successo.

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