27 April 2023

Festa a sorpresa

La Gilera 125 vince al debutto la prima prova del campionato italiano 125 del 1956. E il giorno dopo, i lavoratori di Arcore improvvisano una festa in fabbrica

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La più bella foto di Ferri sulla Gilera 125 viene dall'Irlanda, in occasione del GP dell'Ulster 1956, dove Romolo si piazza al secondo posto nonostante un grave problema al motore in vista del traguardo

Arcore, lunedì 7 maggio 1956, tutta la Gilera è in festa. Il giorno prima, sul circuito di Monza, nella prova del campionato italiano, Romolo Ferri vince la classe 125 davanti a Carlo Ubbiali e alla sua MV Agusta. Una vittoria entusiasmante, ottenuta con una moto all’esordio, una vera “mosca bianca” come fu soprannominata per il candore della sua avvolgente carenatura. La moto venne progettata da Franco Passoni nell’inverno del 1956, dietro la richiesta di Ferruccio Gilera. L’amatissimo figlio del commendator Gilera morirà a soli 26 anni, pochi mesi dopo questa esaltante affermazione, a causa di un virus contratto durante una visita nella filiale in Argentina. Questa Gilera bicilindrica, portata in trionfo e circondata dai lavoratori dell’azienda di Arcore, riassume con efficacia l’orgoglio di una fabbrica dove la passione per le competizioni e per la “bella meccanica” era enorme. Sono gli stessi operai che hanno voluto festeggiare la 125 vincente, senza essere sollecitati da nessuna indicazione che arrivava dall’alto, tanto è vero che l’immagine è scattata da un fotografo locale convocato sull’istante. L’affetto con cui le tute blu si stringono intorno a quel signore anziano in giacca e cravatta è davvero palpabile e sincero. Il commendator Giuseppe Gilera era un imprenditore illuminato che aveva costruito dal nulla la sua azienda, un uomo che pensava anche al benessere dei suoi operai costruendo case, asili e pure le colonie estive. Due retroscena dietro questa immagine. Il primo: “È arrivato il castigamatti” è lo slogan con cui l’ufficio stampa dell’azienda brianzola pubblicizza la vittoria sulle pagine di Motociclismo e della Gazzetta dello Sport. A Giuseppe Gilera, che era un uomo schivo e modesto, non piace questa affermazione trionfale e si arrabbia molto. Qualcuno dice addirittura che vuole licenziare chi ha scritto lo slogan, ma non succede. Il secondo dietro le quinte riguarda proprio quel 7 maggio del 1956: dopo quella adunata di affetto e orgoglio, il commendator Gilera concede a tutti gli operai una giornata di ferie pagate!

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