Honda CX 650 Turbo: l'evoluzione

La prima Honda CX 500 Turbo è stata trattata nel primo capitolo dedicato alle moto sovralimentate. Ora analizziamo la sua erede: la CX 650 Turbo

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OLtre che per la diversa colorazione, la CX 650 si distingue dalla 500 per i diversi specchietti retrovisori

Dopo che anche gli altri costruttori giapponesi si sono affacciati al mondo della sovralimentazione, Honda decide, nel 1983, di rinnovare la sua CX, incrementando la cilindrata fino a 673,55 cc per cercare di rendere più vigorosa l’erogazione in fase aspirata e guadagnare qualche CV in alto.

MODIFICHE DI DETTAGLIO

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Al di là dell’aumento di cilindrata, il bicilindrico della 650 è facilmente riconoscibile da quello della 500 per la scritta CX Turbo che compare sul basamento motore. Sulla versione precedente è stampato solo il nome della Casa giapponese

Le modifiche sono di secondaria importanza e riguardano i blocchetti elettrici, la comparsa di uno starter manuale per le partenze a freddo (prima gestite dalla centralina), il ponticello di irrigidimento tra i gambali della forcella e due curiose ventose che tengono in posizione l’estremità posteriore della sella che tende a sollevarsi col pilota in posizione.

Per quanto riguarda il propulsore, oltre all’aumento di cilindrata, sale il rapporto di compressione fino a 7,8:1 e la potenza viene dichiarata in 100 CV a 8.000 giri mentre la coppia raggiunge i 10 kgm a 4.500 giri. La frizione viene irrobustita e viene allungato il rapporto della coppia conica finale anche per recuperare un certo accorciamento della primaria. Il prezzo arriva a sfiorare gli 11 milioni di lire chiavi in mano.

Erogazione più lineare

Il comportamento dinamico è decisamente più gestibile della 500, con una fase aspirata più vivace ed una transizione meno violenta. Le prestazioni di punta sono ulteriormente cresciute ma anche le maximoto stanno conoscendo un rapido sviluppo e le caratteristiche della Turbo non sono più così esclusive.

In totale l’Italia assorbirà 306 CX 500 Turbo e 201 CX 650 Turbo. La sorte di questo modello, e dei suoi corrispettivi delle altre Case giapponesi, è comunque segnata. Le turbo non sono riuscite ad uscire dall’equivoco che le voleva in origine strapotenti e leggere e mentre la realtà ce le ha consegnate pesanti e, Kawasaki GPZ 750 Turbo a parte, decisamente turistiche. La CX Turbo è vissuta della sua esclusiva tecnologia e dell’indubbia qualità Honda che in quel periodo scavava un vero abisso col resto della produzione mondiale.

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