I libri consigliati da Motociclismo d'epoca

Ecco una selezione di libri dedicati a chi ama il mondo delle moto d'epoca

Peter Baláz Live at full speed

1/5

di Richard Karnok e Stano Cvengroš
240 pagine in 26,5x20,5 cm con foto in b/n e a colori, testo in ceco e in inglese. Copertina cartonata, stampato da PN print, Štefánikova, Pieštany. Prenotabile presso: classicclub.hc@gmail.com
Prezzo 35 euro

Peter Baláž, nato a Trencin il 17 novembre del 1945 nell’allora Cecoslovacchia, è stato uno dei più forti piloti d’Oltrecortina, plurivincitore di titoli nazionali (diciotto in tutto, fra 125, 250 e 350) e protagonista di una carriera lunghissima. Iniziata a metà degli anni Sessanta con una Jawa 125 e terminata in occasione del GP di Cecoslovacchia del 1989, quando ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalle competizioni.
Il libro, scritto dai giornalisti Richard Karnok e Stano Cvengroš (scomparso nel maggio del 2022 quando l’opera era quasi in dirittura d’arrivo), ripercorre minuziosamente la storia e la carriera di Baláž riprendendo anche il titolo, “Life at the full speed”, di un documentario televisivo sul pilota cecoslovacco realizzato da Karnok alcuni anni fa.
Ed è stata proprio la gran mole di materiale raccolta per il documentario a costituire l’ossatura del libro, nel quale ogni capitolo è strutturato in due parti: nella prima gli autori introducono l’argomento per poi lasciare che sia lo stesso Baláž a raccontarsi in prima persona. Dal sogno di prestare il servizio militare nei paracadutisti, mancato per i postumi di un brutto incidente stradale in moto, alle sue prime vittorie in ambito nazionale, fino ad arrivare ad una figura fondamentale nella sua carriera: sua nonna Magdaléna Kovàrovà, che aiuta il nipote agli esordi a comprare le moto, diventando la sua prima tifosa.
In oltre vent’anni di corse, Baláž è stato pilota ufficiale di Jawa e MZ, ma ha corso prevalentemente in sella alle Yamaha TZ 250 e 350 con anche una proficua esperienza in 125 in sella a Morbidelli, MBA e Honda. Non ha mai disputato una stagione completa nel Mondiale, dove ha corso però numerosi GP andando a punti in due sole occasioni. Con il suo decimo posto al Gran Premio di Jugoslavia del 1975 ad Abbazia nella 250, ma soprattutto con il suo ottavo posto a Brno nel 1979 nella 125, Baláž rimane ancora oggi l’ultimo pilota della Cecoslovacchia (dissoltasi nel 1993) ad essere iscritto nell’albo d’oro del Motomondiale.
La sua lunga carriera è praticamente finita sul nuovo circuito di Brno durante il GP di Cecoslovacchia 1987. Coinvolto con Corrado Catalano in un brutto incidente, l’ultimo di una lunga serie, ha rischiato di perdere una gamba, ma non l’entusiasmo per le due ruote. Dopo il ritiro, avvenuto ufficialmente due anni dopo l’incidente, Baláž si è dedicato alla formazione di giovani talenti motociclistici del suo Paese e all’organizzazione di eventi dedicati alle due ruote. 
Ancora oggi continua a calcare le piste, assiduo frequentatore delle più importanti manifestazioni dedicate alle moto d’epoca in tutta Europa.

Il Circuito motociclistico del Tigullio

di Paolo Capozio
160 pagine in 15x21 cm con foto e documenti in b/n, testo in italiano. Editore Youcanprint
Prezzo 15 euro

Essere appassionato motociclista non necessariamente significa essere cultori della storia. Paolo Capozio, classe 1977, fino a sei anni fa concentrava le sue attenzioni sulle moto anni Ottanta e Novanta coltivando anche una sana passione per le Triumph di recente produzione, in particolare le tre cilindri a carburatori. Poi, come talvolta accade, ecco la svolta, quello che non ti aspetti. L’incontro casuale con un motociclista in Piemonte, Alberto Bonzi, appassionato di moto inglesi e di corse di inizio Novecento. Un colpo di fulmine, specie quando scopre che nella sua terra, il Tigullio, ovvero il comprensorio ligure che comprende i comuni costieri di Portofino, Santa Margherita Ligure, Zoagli, Chiavari (la città di Capozio), Lavagna e Sestri Levante e che si spinge all’interno in Val Bisagno, Val Trebbia, Val d’Aveto e Val di Vara, è stato luogo di una memorabile competizione che si è svolta dal 1922 al 1932, seppur con qualche interruzione.
Un “Circuito” famoso nel periodo compreso fra le due guerre mondiali, che toccava le più belle e lussuose località di mare, animato dai grandi campioni dell’epoca, da Tazio Nuvolari ai fratelli Ghersi, da Guido Mentasti ad Achille Varzi. E il rombo su quelle magnifiche strade era dato dalle migliori motociclette del tempo, come Bianchi, Gilera, Moto Guzzi, Frera, Garelli, ma anche straniere, dalle AJS alle Norton, dalle Triumph alle Harley-Davidson. Con le categorie che si ampliavano o si riducevano a seconda degli iscritti e delle scelte degli organizzatori, quindi si potevano a volte veder sfrecciare le 125, le 350, le 500 e le 1.000 oppure solo le 500. Una gara che diventò subito famosa (anche perché valida per il Campionato italiano di prima categoria) tanto da meritarsi la copertina di Motociclismo, da attirare l’interesse dei quotidiani locali e nazionali e da essere usata dalle Case motociclistiche per propagandare i loro prodotti.
L’autore si innamora di questa gara che si svolgeva sulle strade che conosce a memoria ed inizia un paziente lavoro di ricerca, sicuramente non facile anche per quanto riguarda le illustrazioni. Anni di lavoro che lo entusiasmano e che alla fine sbocciano in questo libro dove sono raccontate tutte le gare (con relative classifiche), ottimamente inquadrate nel contesto storico e arricchite anche da numerosi aneddoti.

L’uomo che non si sarebbe fermato davanti a nulla

di Melissa Holbrook Pierson
160 pagine in 24x15 cm, testo in italiano. La Mala Suerte Ediciones. (info@lamalasuerte.es; www.lamalasuerte.es)
Prezzo 12,50 euro

Recentemente tradotta in italiano da La Mala Suerte Ediciones nella sua collezione Odissea, “L’uomo che non si sarebbe fermato davanti a nulla” è la seconda fatica letteraria, datata 2011, di Melissa Holbroock Pierson.
Il libro prende spunto dalle esperienze di John Ryan, motociclista statunitense «di lungo corso» che nel biennio 2008-2009 ha raggiunto una certa notorietà negli USA grazie ai suoi viaggi in moto «estremi». Per descrivere John Ryan e cosa lo spingeva ad intraprendere viaggi che erano la negazione dei viaggi motociclistici nel senso classico del termine, ma rappresentavano invece una sfida contro il tempo e i km (anzi le miglia) da percorrere, Melissa scava nel personaggio e nelle motivazioni che lo portavano a rischiare di morire solo in nome del diritto irrinunciabile di mettersi alla prova e di sentirsi vivi. Un libro particolare, ricco di citazioni e diviso a sua volta in tre libri distinti inframmezzati da una “pausa”, poco classico e per nulla dedicato alle moto d’epoca, ma che vale la pena di leggere.

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