20 April 2023

Shifty: il 4 cilindri che non ti aspetti

Montare il motore di un’auto su una moto? Negli anni Ottanta l’idea si concretizzò grazie a Ugo Grandis, che realizzò la Shifty con il 4 cilindri Fiat di 903 cc e 45 CV

La moto con il “cuore” automobilistico non è da considerarsi una rarità dal punto di vista storico, ma si tratta di un abbinamento che non ha mai funzionato, tanto che è sempre stato frutto di iniziative artigianali piuttosto che non di grandi costruttori.

Anche in Italia abbiamo avuto il nostro caso, rappresentato dalla Shifty, che utilizzava il robusto motore di 903 cc da 45 CV della Fiat.

Le foto che vi mostriamo probabilmente spiegano da sole il perché un motore progettato per una quattro ruote non può andar bene su due. E la Shifty senza le sovrastrutture, più che una moto sembra un “mostro”. Progettata da Ugo Grandis e prodotta dal 1979 al 1982 in circa 70 esemplari, la moto prendeva spunto da un’idea assolutamente rivoluzionaria, come suggerisce il nome derivato dal verbo inglese to shift, che significa cambiare.

Cambiare come? Semplice, avendo a casa una 127 o una Panda 45 -utilitarie allora diffusissime- perché non usare lo stesso motore alternativamente anche sulla moto? In questo modo il proprietario poteva utilizzare l’automobile nella brutta stagione e poi trasferire il motore sulla moto d’estate. Una cosa da niente, perdipiù riservata ai soli single perché avrebbe appiedato le famiglie nei mesi più caldi.

Nel caso si fosse ritenuto il trapianto troppo impegnativo, si poteva anche acquistare la moto completa, magari con il più potente 4 cilindri montato sull’Autobianchi A112 Abarth (70 CV).

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Senza sovrastrutture la Shifty è ancora più sgraziata. Notare la strumentazione di tipo automobilistico in corrispondenza della parte superiore del finto serbatoio. Quello vero era sotto la sella

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